Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno.
Le cause che riguardano le relazioni tra le persone non si vincono, ne si perdono: si risolvono con un approccio multidisciplinare che prevede nell'avvocato la capacità di leggere la domanda reale del cliente per poter offrire gli strumenti idonei alla ricerca di una possibile soluzione Leggi tutto
Il percorso di Mediazione Familiare può determinare la concreta attuazione di provvedimenti adottati nell’interesse del minore a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori e la conservazione di rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.
L’intervento del Mediatore Familiare può avvenire: prima della costituzione in giudizio delle parti, per la stesura dei piani genitoriali, durante la fase istruttoria, o a seguito della richiesta di provvedimenti ex art. 709 ter c.p.c., in pendenza dei termini di impugnazione.
E' attraverso una sinnergia tra avvocato e professionista che aiuta a separare la coppia, lavorando nel contempo per rafforzare il legame genitoriale, che si può arrivare ad un separazione pacifica senza costi aggiuntivi a carico dei figli.
Un importante incontro a Roma presso il Campidoglio, per offrire un quadro dello stato dell'arte della mediazione familiare e del percorso fatto dalle associazione di categoria, come l'A.I.Me.F. Insieme alla Commissione tecnica formata da delegati delle singole associazioni abbiamo contribuito all'introduzione, in una legge dello Stato, della figura professionale del mediatore familiare.
CONVEGNO
FOCUS SULLE PRASSI APPLICATIVE DELLA MEDIAZIONE FAMILIARE NEL PROCESSO
La mediazione familiare attualmente è riconosciuta nell'ambito dei servizi socio- sanitari in alcune regioni, come la Puglia con la legge 19/2006 ed inquadrata contemporaneamente nell'ambito delle ADR, sulla scorta delle esperienze di oltremare. Questa dicotomia e l'assenza di una regolamentazione normativa sulla figura del mediatore familiare e sulla mediazione familiare, ha fatto sì che si sviluppassero prassi differenti per l'applicabilità di tale strumento e che sempre più si avvertisse la necessità di coinvolgere i Giudici in una riflessione comune che potesse rendere realmente operativo questo strumento la cui efficacia viene sempre più riconosciuta.
di Pasqua Lacatena (Avvocata in Bari e mediatrice familiare)
Venite qui, cari bambini miei, sola dolcezza della mia famiglia distrutta, venite qui e stringetevi a me, forte forte. Siate di vostro padre, sani e salvi, purché siate anche della madre. M’incalza l’esilio, la fuga. In un attimo, tra lacrime e grida, li strapperanno dal mio seno di proscritta… Muoiano dunque per il padre, poiché per la madre sono morti. Ecco, il rancore si fa grande, l’odio si accende
(Seneca – Medea)
Medea, una tragedia assurda.
Una madre che uccide i figli per vendicarsi del padre che l’ha tradita, dopo tutto quello che lei aveva fatto per lui. Follia! Non potrebbe più succedere. È un orrore.
Ma davvero?
Un altro tempo, un’altra cultura.
Lei era una barbara.
Ma la tragedia non si ripete forse ogni qual volta che, accecati dal dolore, dall’odio, non troviamo più spazio per contenere quello di un altro essere umano, anche se quell’essere umano è stato messo al mondo proprio da noi?
Le urla, la mancanza di rispetto, la voglia di avere una giustizia che somiglia alla vendetta, non è forse il prezzo che facciamo pagare ai nostri figli?
Nella nostra esperienza di avvocati, entriamo in contatto con queste emozioni, cercando di gestirle al meglio, facendo in modo che le stesse non siano esasperate e muovendoci per non essere solo difensori di una parte, in una materia delicata come quella della famiglia. Possiamo trovare soluzioni, proporre accordi, cercare di collaborare con il collega alla ricerca di un equilibrio che soddisfi il nostro assistito che spesso, però, conserva in sé la sensazione di essere sempre la parte che ha ceduto di più.
Nei nostri studi di avvocati sentiamo il dolore, la rabbia, lo smarrimento di chi sta affrontando uno dei dolori più grandi; quei dolori che hanno bisogno di tempo per essere elaborati, contenuti.
Che risposta posso dare io che sono un avvocato?
C’è bisogno di uno spazio altro.
Di una altra giustizia.
È qui che si inserisce il mediatore familiare.
Si potrebbe definire un ausiliario dell’avvocato. Colui che si occupa di contenere le emozioni che impediscono la comunicazione, che può sciogliere quel ghiaccio che allontana e che rende i figli vittime di sentimenti non altrimenti elaborati. Nella stanza di mediazione non ci sono i bambini, ma è per loro che il mediatore lavora; perchè si possa restituire agli adulti la responsabilità di poter donare al proprio figlio dei buoni genitori.
Il percorso non è semplice, richiede la volontà di non alimentare il conflitto. La volontà di scegliere di mantenere un legame d’amore con l’altro, legame d’amore che è rappresentato dal figlio e che va oltre la fine del matrimonio.
Come avvocato che posso fare?
Posso prendere il mio ruolo di legale e delegare ad uno spazio altro la gestione delle emozioni e del conflitto a chi, adeguatamente formato, ha la competenza per saper operare e restituire la responsabilità genitoriale, che non dovrebbe essere solo una parola da scrivere in un atto giudiziario.
In un tempo in cui l’umanità è soffocata dalla paura della malattia e della morte, ancora di più ci si deve interrogare sul vero significato della cura.
Forum Nazionale 2021 ONDIF# La professione del Mediatore# Familiare# rientra in quelle della Legge 4/2013 e la Norma Tecnica Uni 11644:2016 ne regola la formazione e le regole deontologiche#.